Il gioco della sabbia
Il gioco della sabbia è un metodo che viene impiegato in campo diagnostico e terapeutico sia con gli adulti che con i bambini e gli adolescenti.
La terapia del gioco della sabbia fu sviluppata da Dora M. Kalff sulla base della psicologia analitica di Carl Gustav Jung.
Nel gioco della sabbia l’inconscio può trovare la propria espressione come nel sogno: il simbolico rappresenta l’inconscio in uno straordinario atto creativo personale. Nel corso di più sedute di gioco della sabbia si possono compiere processi di sviluppo interiore che sono utili al superamento di conflitti passati e attuali e mostrano percorsi risolutivi per il futuro.
Il paziente-giocatore lavora nella sabbia umida o secca all’interno di un contenitore. Egli sceglie da una grande raccolta a sua disposizione cosa mettere nel mondo che vuole rappresentare: sono a sua disposizione un vario e grande numero di figure umane, animali, alberi, case, simboli e molto altro in piccolo formato.
A chi è di aiuto il gioco della sabbia?
Il gioco della sabbia può essere impiegato in modo significativo con persone con traumi da elaborare, in crisi esistenziali, nelle consulenze di coppia, di gruppi familiari, anche come percorso di consapevolezza di se’.
La terapia del gioco della sabbia non è consigliata per malati psicotici e forti disturbi della personalità. In questi casi bisogna prima attuare un diverso trattamento psicoterapeutico o socioterapeutico.
Il gioco della sabbia può essere proposto anche in un contesto educativo, sia come gioco individuale che in piccolo gruppo (massimo 3 persone, in genere), con obiettivi di espressione della creatività, elaborazione di un trauma o problema, di promozione della relazione spontanea e mediata dal gioco, di inclusione, collaborazione e mediazione.
Com’è il gioco della sabbia in un contesto educativo di arteterapia?
il setting
Il processo terapeutico del gioco ha bisogno di uno spazio libero e protetto in cui possa attivarsi e manifestarsi.
Il setting è quello consueto del gioco della sabbia: uno spazio libero e protetto, con il contenitore colmo di sabbia sul pavimento e tutto intorno tante figure e tanti oggetti di diversa grandezza: omini, animali, case, piante, mezzi di trasporto, simboli, …. e un contenitore d’acqua con un mestolo per permettere al giocatore o ai giocatori di inumidire a piacimento la sabbia.
Il contenitore
Il contenitore – azzurro – ha delle misure ben precise che corrispondono allo spazio visivo di un bambino posto a 50 cm da essa (cm 57x72x7), i limiti del contenitore servono a delimitare gli spazi in cui gioca la fantasia, all’interno però c’è la più completa libertà di gioco: il processo di gioco e trasformativo avviene quindi all’interno di confini misurati, in un campo in cui possono essere proiettati e rappresentati i contenuti inconsci.
Il giocatore/i giocatori
Il giocatore ha piena libertà all’interno del campo di gioco: può utilizzare gli oggetti che vuole, nel momento che vuole, disponendoli come vuole. Può creare quadri visivi come anche giocare con le figure o entrambe le cose in varie fasi. Il gioco si modifica, si arricchisce o semplifica secondo quanto l’atto creativo che attinge all’inconscio suggerisce al giocatore.
Il giocatore dà forme intuitive e spontanee, i contenuti profondi trovano qui un’espressione visibile e concreta. Di conseguenza viene creata una immediata relazione tra dentro e fuori, viene promosso un processo in cui la parte inconscia può assumere la guida nell’attuazione di un processo di guarigione. Sotto le mani del giocatore della sabbia si risvegliano contenuti rifiutati o troppo poco percepiti.
In caso di più giocatori si possono attivare relazioni attive o passive, i giocatori possono arrivare a giocare insieme in alcune fasi lo stesso gioco e in altre giochi diversi sullo stesso campo.
L’Arte Terapeuta, l’Educatore o il Terapeuta
Compito del (Arte)Terapeuta o Educatore è capire e accompagnare il processo creativo supportandolo, lasciarlo nella protezione dell’inconscio fino a che la psiche sia sufficientemente forte di occuparsene coscientemente.
Prima che il gioco inizi ricorda le (poche) regole: il gioco deve avvenire all’interno del contenitore della sabbia, si possono usare tutte le figure che si desiderano, il Terapeuta/Educatore non partecipa al gioco, ma lo osserva.
Viene concordato infine il tempo, il gioco può ovviamente essere interrotto prima dal giocatore. Solitamente una sessione di gioco dura fino a circa 45 minuti.
Nel caso di più giocatori (massimo 3 con il contenitore classico, fino a 5 con uno più grande e in forma ludico/educativa), viene ricordato che gli oggetti si usano rispettando il gioco di ciascuno, che è possibile sia il gioco contemporaneo individuale, che quello spontaneo di gruppo o misto. Fattore fondamentale è il rispetto reciproco.
Il Terapeuta/Educatore si pone ai margini della stanza e osserva il gioco senza intervenire e disturbare, il suo compito è l’osservazione attenta e l’intervento in casi di forte disagio o di problemi non risolvibili tra i giocatori.
Al termine del gioco l’Arteterapeuta invita il giocatore o i giocatori ad un momento di ricomposizione personale attraverso un’elaborazione verbale del gioco, delle sue fasi e della parte conclusiva. Questa fase può essere conclusa anche con un disegno.